“Il linguaggio è più simile ad un fiocco di neve che al collo della giraffa. Le sue proprietà specifiche nascono dalle leggi di natura, non sono qualcosa che si sviluppa come accumulo di fatti storici casuali.”
Questa affermazione è posta in epigrafe all’istantanea che Andrea Moro dedica a Noam Chomsky nel suo libretto Parlo dunque sono. Diciassette istantanee sul linguaggio, Milano, Adelphi, 2012. La citazione è a p. 67 dell’edizione digitale.
Linguaggio caratteristica strutturale della mente umana
La metafora del fiocco di neve e del collo della giraffa rimanda alla posizione cruciale di Chomsky secondo la quale il linguaggio umano non è il risultato di un processo di adattamento evolutivo (come nel caso del collo della giraffa che si è sviluppato progressivamente in virtù di un vantaggio evolutivo che questa caratteristica offriva alla giraffa), ma costituisce una caratteristica strutturale della mente umana che obbedisce a regole stringenti, come a regole stringenti obbedisce la formazione dei cristalli di neve, infinitamente diversi eppur accomunati da un’unica logica costitutiva.
Questa caratteristica strutturale, sostiene Chomsky, sposando le tesi di Ian Tattersall[1], è comparsa all’improvviso, tra i 50.000 e 100.000 anni fa.
Competenza linguistica e Grammatica Universale
“…in quel breve arco di tempo comparve la capacità infinita di ‘associare i suoni alle idee più diverse’ […] Questa capacità infinita risiede evidentemente in un cervello finito. La nozione di sistemi finiti dotati di capacità infinita è stata intesa appieno a metà del Novecento, il che ha reso possibile formulare con chiarezza quella che secondo me dovrebbe essere riconosciuta come la proprietà più fondamentale del linguaggio, che chiamerò semplicemente Proprietà fondamentale: ogni lingua offre una serie illimitata di espressioni strutturate in maniera gerarchica le cui interpretazioni danno luogo a due interfacce, sensomotoria per l’espressione e concettuale intenzionale per i processi mentali. [2]”
Questa competenza linguistica consente agli umani di acquisire una lingua madre (o più lingue) durante lo sviluppo: “… ogni lingua costituisce ciò che in termini tecnici si chiama I-lingua, dove la I sta per interna, individuale e intensionale[3]
La I-lingua è una specie di proprietà biologica degli esseri umani: “Le lingue non sono utensili progettati dagli esseri umani, bensì oggetti biologici, come l’apparto visivo, il sistema immunitario o quello digerente.”[4]
La I-lingua presuppone l’esistenza di una Grammatica Universale definita come patrimonio genetico all’origine dell’esclusiva capacità linguistica dell’uomo di generare I-lingue[5]. La Grammatica Universale riconosce l’esistenza di un insieme di principi condivisi da tutte le lingue umane. Questi principi universali formano la base comune della capacità di linguaggio di tutti gli esseri umani. In altre parole, la grammatica universale è il “programma” innato che guida lo sviluppo e l’acquisizione del linguaggio nei bambini.
La posizione di Chomsky ha rivoluzionato il modo di concepire la lingua degli esseri umani ed è alla base degli enormi progressi dell’intelligenza artificiale che si basa sul trattamento matematico di unità linguistiche elementari[6].
Secondo Andrea Moro, tra i più autorevoli interpreti e sostenitori delle posizioni di Chomsky, sono almeno tre le considerazioni a sostegno delle posizioni di Chomsky.
La prima è che “… se la caratteristica distintiva del linguaggio umano è la sintassi, e se la caratteristica distintiva della sintassi e la ricorsività – cioè la capacità di produrre strutture gerarchiche ricorsive potenzialmente infinite (per reiterazione delle operazioni di base) -, non possono esistere né in senso filogenetico né in senso ontogenetico precursori del linguaggio. Data questa caratteristica definitoria, infatti, la sintassi o c’è tutta o non c’è affatto.” (cit. p. 67)
“La seconda considerazione è un dato comparativo: la struttura della sintassi del linguaggio umano non ha equivalenti nei codici di comunicazione di nessun’altra specie vivente. E questo lo sappiamo […] almeno dai tempi di Cartesio. La novità sta nel fatto che ora possiamo caratterizzare in modo matematico – non intuitivo, aneddotico o metaforico – questa specificità strutturale.”
“La terza considerazione è di carattere sperimentale: sappiamo che quando generiamo o interpretiamo una frase costruita secondo la sintassi ricorsiva nel cervello si attiva in modo selettivo una rete neuronale che non si attiva per le sintassi impossibili, cioè le sintassi non ricorsive.”. (cit. p.68).
Attualità di Chomsky
Chi come Magazzino Alimentare si pone l’obiettivo di comprendere i meccanismi percettivi che stanno alla base dei comportamenti in generale e dei comportamenti alimentari in particolare, e sostiene che questi non possano prescindere dall’apparato linguistico, non può che incrociale il pensiero di Chomsky.
Certo non c’è la presunzione di comprenderne la complessità ma, anche una perlustrazione rudimentale può servire comprendere “Che cosa possiamo conoscere?”. A questa domanda tenta di dare una risposta il secondo saggio raccolto nel volume citato Tre lezioni sull’uomo e che sarà oggetto di un prossimo approfondimento in questa sede.
La critica al neoliberismo
Vi è un’altra forse più importante ragione per avvicinare il suo pensiero. E questa la si trova nel terzo saggio della raccolta Che cos’è il bene comune?[7]
Magazzino Alimentare da sempre sostiene che qualsiasi attività scientifica che non serva a modificare la realtà aumentando il bene comune, è esercizio puramente accademico. E Noam Chomsky trae dalla sua dottrina le ragioni del suo impegno sociale radicale.
Scrive Chomsky:
“…mi sono limitato a determinati aspetti cognitivi della natura umana e ho considerato gli esseri umani, in quanto individui. Gli uomini sono però degli esseri sociali, naturalmente, e il tipo di creature che diventiamo dipende essenzialmente dalle circostanze sociali, culturali e istituzionali della nostra vita. Punto. Questo ci porta dunque a esplorare quelle forme di organizzazione sociale che contribuiscono al riconoscimento dei diritti e al benessere degli individui, affinché realizzino le proprie aspirazioni: in sostanza, al bene comune.”[8]
La costruzione del bene comune
Quel che anima Chomsky è un profondo spirito illuministico, una profonda fiducia nella capacità dell’uomo di indagare la propria realtà e condizione e in questa indagine, come nel movimento settecentesco, incrocia il valore dell’individuo, la sua dignità universale, il suo anelito alla libertà ed all’uguaglianza.
Chonsky sostiene che v sono una quantità di principi etici che tutti professano come universali che tuttavia universalmente vengono rifiutati nei fatti: l’impegno a difendere i diritti umani, la promozione della giustizia, l’applicazione agli altri dei criteri che applichiamo a noi stessi, sono talmente universali e ovvi e totalmente smentiti nella realtà.
La critica maggiore è verso il liberalismo classico e la democrazia rappresentativa.
“….si tratta di quella che il giurista britannico Conor Gearty definisce ‘neodemocrazia’, compagna del neoliberismo, sistema in cui a godere della libertà sono in pochi e in cui la sicurezza nel senso più compiuto esiste solo per l’élite, anche se all’interno di un sistema più generalizzato di diritti formali”.[9]
Egli quindi propone un sistema sociale basato “…sull’alleanza di gruppi di uomini e donne liberi fondati sul lavoro cooperativo e un’amministrazione delle cose pianificata nell’interesse della comunità.”[10]: una forma di anarchismo non violento, anarchismo sociale, che mira a raggiungere una società priva di gerarchie oppressive e strutture di potere centralizzate.
Non so dire se l’autogoverno sociale di Chomsky sia alla portata, di certo il sistema rappresentativo sta mostrando drammaticamente i suoi limiti, consentendo baratri di diseguaglianza.
Un maggiore slancio ideale non guasterebbe e lì fuori c’è una bacino enorme di energie che chiede di essere mobilitato e che reclama i diritti fondamentali, scuola, salute, lavoro dignitoso.
Serve slancio. Lo stesso che, a proposito della scuola, riprendendo il pensiero di John Dewey, fa scrivere:
“… è illiberale e immorale educare i giovani a lavorare ‘non liberamente e non intelligentemente, ma per il solo scopo del salario guadagnato…” […] la pratica educativa dovrebbe essere concepita per incoraggiare la creatività, l’esplorazione, l’indipendenza, la cooperazione, cioè in contrario di quello che accade oggi.”[11]
Su questo siamo perfettamente d’accordo.
[1] Ian Tattersall, I signori del pianeta. La ricerca delle origini dell’uomo, Torino, Codice, 2013 p.5.
[2] Noam Chomsky, Tre lezioni sull’uomo, Linguaggio, conoscenza, bene comune. Milano, Ponte alle Grazie, 2017. La citazione è a pp. 10-11. La linguistica di Chomsky è stata definita “grammatica generativa” per sottolineare che il carattere delle mente umana è di essere in grado di generare una vasta gamma di frasi grammaticali in modo regolare e coerente utilizzando regole formali, in linea con l’idea che il linguaggio umano è un fenomeno creativo e innato con strutture e regole universali sottostanti.
[3] un concetto o un’espressione intensionale si riferisce alla sua definizione o al suo significato interno, che può essere descritto mediante regole, proprietà o caratteristiche. Si contrappone al concetto di “estensionale”, che si riferisce alla gamma di elementi o istanze a cui un termine o un’espressione fa riferimento.
[4] Cit. p. 26.
L’E-lingua si riferisce invece alle espressioni linguistiche effettive che le persone utilizzano per comunicare, come le frasi pronunciate o scritte. In altre parole, l’E-lingua è ciò che vediamo manifestarsi nel linguaggio concreto nel mondo esterno.
[5] Cfr. p. 17
[6] La grammatica generativa ha contribuito in diverse maniere all’IA:
Formalizzazione della sintassi. Ha aiutato gli sviluppatori di IA a creare algoritmi e modelli per analizzare e generare frasi grammaticalmente corrette.
Parsing sintattico. E’ il processo di analisi di una frase per determinare la sua struttura grammaticale. I principi della grammatica generativa hanno ispirato lo sviluppo di algoritmi di parsing che aiutano le macchine a comprendere la struttura delle frasi e riconoscere le relazioni tra le parole.
Apprendimento automatico. L’idea dell’esistenza di una competenza linguistica innata ha influenzato il campo dell’apprendimento automatico. Alcuni algoritmi di apprendimento automatico, come le reti neurali, hanno tratto ispirazione dai concetti di struttura mentale preesistente e modellizzazione delle regole formali di una lingua.
Creazione di modelli linguistici. La grammatica generativa ha contribuito a creare modelli linguistici che consentono alle macchine di generare testi coerenti e grammaticalmente corretti. Questi modelli sono utilizzati in diverse applicazioni di IA, come i chatbot e la generazione automatica di testo.
[7] N. Chomsky, Tre lezioni sull’uomo, cit., pp. 83-111.
[8] N. Chomsky, cit. p. 84.
[9] Cit. p. 97
[10] Cit. pp.97-98
[11] Cit. p.99