Prendere compresse di vitamina C per integrare quelle già presenti in una dieta quotidiana equilibrata è perfettamente inutile, per il raffreddore, l’influenza, l’invecchiamento o qualsiasi altro malanno.
Prendere compresse di vitamina C per integrare quelle già presenti in una dieta quotidiana equilibrata è perfettamente inutile, per il raffreddore, l’influenza, l’invecchiamento o qualsiasi altro malanno. Ci crediamo praticamente tutti e ovunque anche perché divulgatore della notizia è stato un doppio premio Nobel (per la chimica e per la pace), Linus Pauling nel 1968. Credenze che si radicano perché soddisfano bisogni psicologici profondi ma la scienza non rinuncia a verificare i “miracoli”: alte dosi di vitamina C non si disciolgono nel sangue che le tratta invece come materiale di scarto ed espulse con le urine.
Ben inteso, nelle dosi corrette, la vitamina C è molto utile a molte reazioni che avvengono nelle nostre cellule, all’assorbimento del ferro, a combattere i radicali liberi. Ma quali sono le dosi corrette? Le dosi giornaliere raccomandate vanno dai 35 ai 45 milligrammi al giorno e più si cresce più se ne ha bisogno; 65 mg. al giorno sono raccomandati alle donne incinte o che allattano. Facile da misurare: è presente in varia misura in tutti gli alimenti vegetali, soprattutto agrumi, pomodori e kiwi. Una sola arancia basta e avanza per il fabbisogno giornaliero. Vitamina C presente anche in alcuni cibi industriali che la utilizzano come conservante: basta leggere “acido ascorbico”.
Tratto da: I MITI DELL’ALIMENTAZIONE – C. Cannella, G. Corrada – Salani Editore
E, come sempre, buona #scuoladicucinaintelligente !